Ad aprire le danze spetta agli OVERTURES, band friulana nata nel 2003 forte della pubblicazione del terzo disco “Artifacts”. Accolti calorosamente da un pubblico numeroso nonostante sia ancora presto, esordiscono con “Repetance” dando una scossa immediata. Aprire un festival non è un compito facile ma i nostri hanno già fatto rodaggio aprendo il Gods Of Metal di quest’anno, inoltre hanno alle spalle parecchie date all’estero. I nostri hanno una notevole tenuta di palco, concentrano tutto il loro potenziale visto il poco tempo a disposizione. Eseguono tre pezzi del nuovo disco e come chiusura scelgono “Fly, Angel” tratto dal primo lavoro “Rebirth” del 2011. Il pubblico risponde molto positivamente con sonori applausi, segno inconfutabile che i friulani con una performance breve ma intensa, hanno assolto con determinazione l’arduo compito di aprire il festival riscuotendo buon successo.
Selist:
Repetance
Artifacts
GO(L)D
Fly, Angel
Rimanendo in terra friulana diamo il benvenuto agli ELVENKING, i quali dalla nascita nel 1997 hanno sempre più allargato la schiera di fans grazie all’intensa attività live e presenziando da headliner in vari festival. Entrando in scena sulle note di “The Scythe” smuovono ulteriormente i presenti che iniziano a cantare e acclamarli, anche per loro il tempo è ridotto e nella parte centrale del repertorio danno spazio all’ultimo lavoro “The Pagan Manifesto” uscito nel 2014, eseguendo “Elvenlegions”, “Moonbeam Stone Circle” e “Grandier’sFuneral Pyre” sempre molto apprezzati. La scenografia è sempre molto curata dai costumi al face painting, grintosi e coesi espandono le loro sonorità power-folkeggianti derivanti dalle ritmiche di Aydan e Rafahel alle quali si abbinano le melodie di Lethien al violino elettrico. Il sound è fortificato da Jakob al basso mentre Synohn detta legge imponendosi contro piatti e pelli, infine il carismatico frontman Damna tiene salde le redini dello show catalizzando l’attenzione di ogni singolo spettatore, girando in lungo e in largo per il palco dando una grande prestazione vocale oltre che interattiva.L’entusiasmo aumenta sempre di più fino a esplodere con “The Divided Heart”, infine con “The Loser”anche la loro breve performance giunge al termine, raccogliendo numerosi applausi dai loro amati fans e sicuramente dai nuovi guadagnati, possono ritirarsi degnamente.
Setlist:
The Scythe
Elvenlegions
Moonbeam Stone Circle
Grandier’sFuneralPyre
The DividedHeart
The Loser
Attenzione metallari! Sta per calcare il palco una band che non ha bisogno di presentazioni, gli alfieri dell’power-epic metal italiano, sono proprio loro i potentissimi DOMINE! La loro entrata in scena sulle note di “Thunderstorm”, fa esplodere la folla in un boato che viene spezzato dall’acuto micidiale di Mr.Morby, un inizio davvero dirompente purtroppo penalizzato da problemi tecnici. Tralasciando gli inconvenienti i nostri hanno un impatto incredibile. L’entusiasmo dei fans aumenta pezzo dopo pezzo, cantano a squarciagola scatenando il pogo, alimentato dalle roventi corde vocali dell’inossidabile Morby il cui impatto vocale è sempre micidiale e col passare del tempo migliora. Purtroppo anche con loro il tempo è tiranno, presto lo show si concluderà raggiungendo il culmine con la famigerata doppietta “Dragonlord” seguita da “Defenders”, con le quali coronano una performance sempre oltre le aspettative. I cinque guerrieri possono lasciare trionfalmente il campo di battaglia portando nei loro cuori il calore dei propri fans.
Setlist:
Thunderstorm
The Hurricane Master
The Ride Of The Valkyries
Dragonlord (The Grand Master Of The Mightiest Beast)
Defenders
Ora dalla Toscana si passa alla Germania, prepariamoci ad accogliere gli IRON SAVIOR che accolti trionfalmente partono con “Way Of The Blade” tratta dall’ultimo disco fresco d’uscita “Titancraft”. L’impatto sonoro è portentoso anche se accompagnati da problemi di audio, ma Piet Sielck e soci tirano dritto come un treno facendo crescere l’emozione ad ogni pezzo. I pezzi nuovi hanno davvero un bel tiro, “Gunsmoke” e “Beyond The Horizon” riscuotono molto successo, dando poi spazio ai grandi classici come “Starlight”, “The Savior” e “Heavy Metal Never Dies”. Forti applausi e cori di rito accompagnano il quartetto teutonico sino a “Atlantis Falling”, con la quale terminano una performance granitica senza compromessi, ora possono ritirarsi a testa alta per aver alzato ulteriormente il livello del festival.
Setlist:
Way Of The Blade
Starlight
Revenge Of The Bride
Gunsmoke
Beyond The Horizon
The Savior
ConditionRed
Heavy Metal NeverDies
AtlantisFalling
Il festival procede alla grande, la platea sempre più gremita è pronta ad accogliere la band che completa la parte del bill tricolore, purtroppo si nota un pesante ritardo sulla tabella di marcia per problemi tecnici, il pubblico è in febbricitante attesa. Non appena entrano trionfalmente i magnifici LUCA TURILLI’S RHAPSODY, introdotti da “Nova Genesis (Ad Splendorem Angeli Triumphantis)”, il ritardo iniziale passa subito in secondo piano e parte automaticamente l’ovazione. Esordendo con “Il Cigno nero” il frontman Alessandro Conti dimostra di essere in grande forma e le sue corde vocali ben lubrificate, tenendo complessivamente una buona tenuta di palco. Non possono mancare frammenti del passato di Turilli, ecco la doppia cannonata “Land Of Immortals” e “Unholy Warcry”, quest’ultima vede Conti affiancato dalla soprano Emilie Ragni, mentre dal nuovo lavoro “Prometheus Symphonia Ignis Divinus” uscito l’anno scorso eseguono ancora “Prometheus”. Alessandro Conti già militante nei Trick Or Treat, si dimostra un frontman fenomenale e la sua prestazione vocale è a dir poco eccellente, particolarmente emozionante l’esecuzione di “Tormento e Passione” dove duetta con la Emilie che sfoggia tutto il suo talento inebriando il pubblico con la sua vocalità soave. Purtroppo a causa del ritardo iniziale la loro performance subisce un drastico taglio, con “Demonheart” si cala il sipario con grande delusione da parte dei fans, i quali acclamano a gran voce la band e in particolare il loro beniamino Luca Turilli, dispiaciuto quanto loro ringrazia con grande umiltà. Speriamo che tornino presto da headliner per assaporare interamente il loro fantastico show.
Setlist:
Nova genesis (Ad Splendorem Angeli Triumphantis)
Il Cigno Nero
Rosenkreuz (The Rose And The Cross)
Land of Immortals (Rhapsody cover)
UnholyWarcry (Rhapsody cover)
Tormento E Passione
Prometheus
Senza dubbio tutte le nostre band hanno tenuto alto l’onore del metallo italiano, ora è giunto il momento degli ospiti internazionali tanto attesi, coloro che ci faranno addentrare nelle cupe foreste della Germania. Il palco si tinge di blu mentre una tetra foschia lo pervade, parte l’intro “Lupus Daemonis”, il pubblico è in fermento e, nel vedere i cinque lupi prendere posizione,sollevano urla concitate, ecco i POWERWOLF al completo, che l’oscura messa abbia inizio! Forti della pubblicazione dell’ultima fatica “Blessed&Possessed” uscita l’anno scorso irrompono con la titletrack generando una pazzesca onda d’urto. Dopo l’unica apparizione all’edizione italiana del METALFEST nel 2012, hanno riscosso sempre più successo accrescendo il numero di adepti, infatti la platea è colma la gente si ammassa, canta e poga sotto le furiose schitarrate dei fratelli Matthew e Charles Greywolf, e, dal terremotante Roel Van Helden che affila i suoi artigli contro piatti e pelli. Al sound si aggiungono le melodie scaturite dalla tastiera di Falk Maria Schlegel, il quale si impegna ad esaltare la folla girando per lo stage come se fosse l’aiutante del “lupo sacerdote” Attila Dorn, che armato di incensario e calice, professa la “Holy Heavy Metal Masse” con una prestazione vocale ed un’interazione fuori dagli schemi. La scenografia è molto curata dai costumi al face painting, in corrispondenza alla qualità dei nuovi pezzi proposti come “Army Of The Night” e “Armata Strigoi” il cui esito è più che positivo, ovviamente il successo è garantito quando attingono dalla discografia pezzi di grido anzi da ululato come “Amen & Attack”, “Resurrection By Erection”, “We Drink Your Blood” e altri. Annunciando “Lupus Dei” concludono la sacra funzione. È stata un’esibizione di altissimo livello sotto ogni aspetto, Attila e i suoi lupi hanno santificato e battezzato a tutti gli effetti il Live Music Club, ringraziando soddisfatti per il prezioso supporto i Powerwolf possono tornare nelle nebbiose foreste tedesche in cerca di nuovi discepoli, ma non preoccupatevi a Gennaio li rivedremo esattamente su questo stage di supporto agli Epica!
Setlist:
Intro: Lupus Daemonis
Blessed&Possessed
Coleus Sanctus
Amen & Attack
Sacred& Wild
Army Of The Night
Resurrection By Erection
Armata Strigoi
LetThere Be Night
Werewolwes Of Armenia
Kreuzfeur
Sanctified With Dynamite
We Drink Your Blood
Lupus Dei
L’esibizione dei Powerwolf ha sicuramente spianato la strada ai tanto attesi headliner, il pubblico super carburato aspetta i suoi beniamini, durante il cambio palco si sollevano cori d’incitamento dalla platea ormai colma. È giunto il grande momento, le luci si spengono e i mitici STRATOVARIUS entrano in scena sulle note di “Speed Of Light” mandando l’intero locale in visibilio, da questo momento tutti i pezzi saranno vere e proprie “powerbomb” lanciate sui presenti. “Eagleheart”, “SOS”, “Against The Wind” e tante altre non danno tregua al pubblico che canta e poga senza sosta, fomentato dall’immensa energia irradiata dai cinque finlandesi che tengono lo stage con estrema carica e padronanza.. L’entusiasmo dei fans è incontenibile soprattutto grazie al carisma del solo e unico Timo Kotipelto, che senza perdere un colpo la cui voce squillante mette a dura prova i nostri timpani. Nonostante siano gli headliner il tempo a disposizione non è molto, quindi dell’ultimo disco “Eternal” del 2015 decidono di suonare solamente “My Eternal Dream” e “Shine In The dark”dando poi spazio ad altri cavalli di battaglia. Dopodiché Jens ci intrattiene con uno strepitoso assolo, preludio dell’immancabile “Black Diamond” che si abbatte come un muro sugli spettatori. Rientrando in scena mantengono ancora calmo l’audience con la sublime “Forever”, per poi dare la mazzata finale con “Ubreakable”,“Hunting e High And Low” raggiungendo l’apoteosi di un’esibizione memorabile che ha completamente ribaltato il Live Music Club, e, chiudendo in bellezza anzi in pesantezza la prima edizione dello SPAZIOROCK.IT FESTIVAL, dopo prolungati saluti i nostri eroi si congedano trionfali ma non è finita, infatti una miriade di fans si mette in coda per l’ultimo meet’n’greet della giornata ed è proprio con loro, quale modo migliore di concludere la serata?
Setlist:
Speed Of Light
Eagleheart
Phoenix
SOS
My EternalDream
Against The Wind
Paradise
Will The Sun rise
Shine In The dark
Black Diamond
Encore:
Forever
Ubreakable
Hunting High And Low
Posso ufficialmente garantire che la prima edizione dello SPAZIOROCK.IT FESTIVAL si è rivelata un successo di enorme portata oltre le nostre aspettative, in particolare quelle degli organizzatori Gaetano Loffredo e Marco Ferrari che ringraziamo profondamente per l’impegno e la dedizione con cui hanno organizzatoquesto magnifico evento in collaborazione con la Truck Me Hard Agency. Ancora complimenti a tutte le band che hanno dato anima e corpo per rendere felici i fans, detto questo speriamo che l’evento diventi un appuntamento fisso, a proposito di che genere sarà la prossima edizione? Death, Heavy o altro? Lo scopriremo dal sondaggio in corso su facebook, a presto!
A cura di Giacomo Cerutti